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Presentata l’inchiesta “LE PAROLE SONO CHIAVI”

Un viaggio nel mondo del carcere a cura della redazione del Liceo Lollino Classico e Scientifico di Belluno è stato presentato il 3 giugno nell’aula magna del Liceo. Le parole sono chiavi che possono aprire o chiudere la comprensione di tematiche difficili e dimenticate come questa. Si tratta del lavoro conclusivo del Corso di Tecniche dell’Informazione che il Liceo propone ogni anno agli studenti e che nel 2020/2021 si è svolto ogni lunedì dalla fine di febbraio al mese di maggio. Dopo alcune lezioni sulla libertà d’espressione nell’ordinamento italiano, sulle leggi che regolano il mondo dell’informazione, sulla deontologia della professione giornalistica, le ragazze (Nancy Yu Han Nan, Sara Langher, Margherita Scintu, Eleonora Triches, Gaia Bianchet, Valentina Calore, Benedetta De Bortoli e Arianna Rampino) hanno affrontato il lavoro conclusivo, incentrato su una tematica complessa come quella della detenzione: prendendo spunto dal frequente utilizzo di termini come “carcere”, “prigione”, “detenuti” per descrivere la limitazione delle libertà personali subite durante la pandemia, le studentesse si sono interrogate sui contesti nei quali queste espressioni trovano il loro significato originario. Nel video potrete ascoltare le interviste a un giovane ex detenuto, ora prossimo alla laurea, alle volontarie dell’Associazione Jabar di Belluno, Elisa Corrà e Francesca Valente, alla Garante per i diritti delle persone detenute del Comune di Belluno, Maria Losito, alla direttrice della Casa Circondariale di Belluno Tiziana Paolini e all’ex magistrato antimafia di Messina Franco Langher che ha raccontato la sua vita sotto scorta e le limitazioni imposte anche alla sua famiglia a causa delle inchieste contro criminalità organizzata.